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Elezioni, suicidi e speranze a 5 Stelle

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(di Paolo Margari)

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MoVimento 5 stelle

Elezioni amministrative 2012

Non voto alle elezioni amministrative 2012, ma se avessi diritto voterei MoVimento Cinque Stelle. La prima ragione è dovuta al fatto che ritengo un delitto verso l’intelligenza e il futuro votare qualsivoglia altra accozzaglia elettoralistica erroneamente definita partito. In realtà si tratta solo di associazioni temporanee di imprese individuali, eccezionalmente senza responsabilità.

Un’altra ragioni a favore del voto al MoVimento 5 Stelle è l’onestà dei suoi candidati, riscontrata nelle storie, nei volti e nei discorsi di ciascuno dei candidati che ho conosciuto (ma è presumibile anche in altri, i cui interventi se ne trovano numerosi nel sottobosco della rete).

Infine, con il MoVimento si torna a parlare di politica, che significa scelta. C’è un programma, che ho in alcune occasioni avuto modo di criticare pubblicamente in alcuni punti. Per le altre liste invece non esiste alcun programma, ma solo una sequela di propagandistiche dichiarazioni di intenti, irrealizzabili o comunque inefficaci.

Fra i nomi e i volti di coloro che sono candidati in altre liste ho visto (e sentito) solo del marcio. Arrivismo, arroganza di essere l’unica alternativa, presunzione di saperne più degli altri, banalità nel proporsi agli elettori, denigrazione dell’avversario (il MoVimento fa paura e continua ad essere attaccato in tutti i modi, anche grazie ai giornalai di regime). Mi dispiace soprattutto osservare tali circostanze negative soprattutto fra i candidati più giovani, che riproducono nel modo peggiore quanto lasciato in eredità dai propri padri politici: la replicazione dei memi peggiori.

Intanto, in Italia cresce vertiginosamente il numero di suicidi e la stampa comincia a parlarne. In ogni paese del mondo i suicidi sono frequenti, ma non vengono riportati dalla stampa perché da un lato non fanno notizia, essendo le ragioni prevalentemente individuali, e dall’altro lo stato non vuole che si inneschino spirali poiché i suoi cittadini rappresentano la principale fonte di replicazione della cultura dominante. Al massimo, se i cittadini non replicano la cultura, sono discriminati, nei casi più estremi esclusi dalla vita pubblica, cogliendo due piccioni con una fava: non fanno danni e si dimostra agli altri la fine che spetta a chi non segue le regole. Un prezzo in termini di emarginazione economica, sociale, politica.

I suicidi cominciano a fare breccia nell’informazione, sia pur marginalmente in quella di grido, perché sottendono una motivazione comune: non la crisi, come dicono, ma la ripetuta violazione della dignità dei cittadini.

Un delinquente difficilmente giunge a suicidarsi. I suicidi italiani degli ultimi giorni invece sono sorprendentemente compiuti da persone dignitosissime, tradite ripetutamente da un sistema in cui hanno sempre creduto, e che hanno sempre onestamente sostenuto. Non è solo un debito fiscale, ma l’assenza di qualsivoglia ragione per continuare a vivere. E’ l’assenza di un futuro. Lo stato sa chiedere con straordinari mezzi coercitivi, ma quando deve pagare è latitante (certo, dipende sempre dal creditore, i partiti intascano tutto già prima di spendere).

Ogni alternativa all’attuale sistema, sempre più iniquo e costantemente bugiardo, è bollata come eversiva (o, in modo soft, anti-politica). Sono eversivi i cosiddeti No TAV, i quali chiedono semplicemente di svolgere il proprio ruolo di cittadini, nel momento in cui sono stati traditi dai propri rappresentanti politici. Anche io mi ritengo un No TAV condividendo appieno le ragioni di chi protesta, ma la categorizzazione è un gioco meramente giornalistico: più della metà degli italiani sono ‘No TAV’ ma per la stampa si tratta solo di poche centinaia di pseudo-terroristi. Sempre secondo i leccaculo che affollano i trafiletti della stampa di regime, sono anti-politici coloro che chiedono un cambiamento radicale nel modo di gestire la cosa pubblica, a favore della collettività piuttosto che di sue particolari corporazioni.

La vera eversione è continuare a sostenere un regime iniquo, cieco e criminale, e non mi riferisco solo all’Italia che di esso è tornata ad essere una componente marginale, coi suoi meschini luogotenenti autoreferenziali, sprovveduti e per nulla lungimiranti (se non relativamente ai propri esclusivi affari).

Lo stato oggi di fatto non è costituito da tutti i cittadini, ma solo da una piccola parte di essi che mediante le regole particolari replica le strutture e si guarda bene dal mettere al rischio il proprio status quo. Quando è costretto, opprime sempre i soliti, gli ultimi, che pagano il prezzo di non essere coesi nell’azione e negli intenti. Per questo il MoVimento 5 Stelle, che finalmente aiuta a coalizzare anche gli esclusi (o gli autoesclusi), svolgendo un ruolo a cui i partiti hanno rinunciato da troppo tempo, comincia a fare paura all’establishment.

Le percentuali elettorali rappresentano lo specchio del paese. Oggi solo chi ‘sta bene’ può permettersi il lusso di votare partiti come PdL, PD o Terzo Polo. Siamo a poco più del 50% che in realtà corrisponde a una quota ben inferiore della popolazione (si stima che sia appena il 38%), visto che un italiano su tre sceglie di non esercitare più il suo diritto di voto.

Pensiamo al fatto che in Italia ci sino i salari più bassi e l’imposizione fiscale più alta in Europa (che si somma al costo delle mafie, in molti casi legate a doppio filo alla politica), si operino frequenti tagli alla spesa pubblica (ma non ai finanziamenti a queste inutili strutture chiamate partiti), si inseriscano nuove tasse (che gravano maggiormente sui più poveri), si proceda con false liberalizzazioni (laddove continuano a esistere oligopoli i cui cda sono farciti di parenti e amici della casta, pagati profumatamente), si continui a erodere lo stato sociale, si demolisca il sistema della sanità e dell’istruzione (i cui effetti saranno pagati per generazioni), si ricorra massicciamente a costosissime e inutili consulenze esterne (un esercito di sedicenti professionisti inutili che fungono da sanguisughe per le casse dello stato), si finanzino stampa di regime, chiesa cattolica, partiti politici (con un ammontare che basterebbe a risolvere moltissimi dei problemi di oggi e domani)… L’elenco è lungo e, tanto più cresce, tanto più chi ne parla è additato di essere l’ennesimo anti-politico. Personalmente, mi tengo alla larga dal gioco delle categorie, sono create ad hoc per sviare dal cuore del discorso. Anche la “casta” è una categoria in cui non credo. I miei rappresentanti sono individui che in molti casi hanno compiuto ripetutamente reati ai danni del corpo elettorale e, in ogni caso, dalle dichiarazioni che esprimono, dimostrano un senso etico pari a zero.

Come per i suicidi, si arriverà a parlare dei dettagli piuttosto che delle ragioni, perché di questo è capace gran parte della stampa asservita: mistificare, sviare, minimizzare i problemi veri e ingigantire le non-notizie, con l’ausilio di plastici (e) opinionisti. Intanto la maggioranza che sostiene il governo vacilla, i partiti temono un voto anticipato a ottobre anche perché i canali del regime totalizzano un audience costantemente in calo. I primi exit poll ci diranno qualcosa di più…

RISULTATI ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2012 – ELEZIONI COMUNALI

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